Puglia, operazione "Goldfinger", 13 arresti

Roma, 13 marzo 2015 – Si è conclusa con l'arresto di 13 persone e la notifica di due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria l’operazione "Goldfinger", portata a termine pochi giorni fa dalla Polizia di Stato pugliese. L'operazione è in realtà l'epilogo di due indagini distinte, una svolta singolarmente dalla Squadra mobile di Foggia, l'altra in collaborazione con gli omologhi uffici di Bari e Lecce, entrambe con la supervisione del Servizio centrale operativo di Roma. Le persone fermate sono accusate di associazione per delinquere, furto, ricettazione, detenzione e porto illegale di armi da guerra.

La prima inchiesta ha fatto luce sull'attività di un'organizzazione criminale specializzata in furti ai caveau. Il gruppo, formato da appartenenti alle criminalità foggiana e romana, è accusato in particolare di aver compiuto il furto al caveau del Banco di Napoli, effettuato a Foggia nel marzo 2012, e di aver tentato un analogo colpo a due gioiellerie di un centro commerciale nell'agosto dello stesso anno. Il furto nella banca ha fruttato alla banda circa 15 milioni di euro, tra contanti, valori e preziosi. L’indagine è partita dall’intuizione di un poliziotto della Squadra mobile; durante il sopralluogo successivo al furto, infatti, l'agente si era accorto che per due volte era passato davanti alla banca un pregiudicato già condannato in passato per reati di quel genere. La strana coincidenza, ha convinto gli  investigatori a mettere sotto controllo l'uomo e ad arrivare all'organizzazione criminale. Durante l’indagine è stato appurato che il furto milionario era stato portato a termine grazie alla complicità di alcune guardie giurate, che hanno aiutato i criminali ad acquisire preziose informazioni per eludere il sistema di sorveglianza e clonare le chiavi elettroniche per l’apertura del caveau.

La seconda indagine, che ha visto la collaborazione delle Squadre mobili di Foggia, Bari e Lecce, ha portato all'arresto degli appartenenti a un gruppo criminale, composto da pregiudicati baresi e foggiani. Il 6 dicembre 2013, la banda ha assaltato un furgone portavalori a Cerignola (Foggia), nel corso del quale, dopo un conflitto a fuoco, hanno sottratto circa un milione e mezzo di euro. I malviventi sono stati identificati grazie a un’accurata indagine tecnica dei tabulati telefonici; l’analisi dei dati ha mostrato che le celle telefoniche individuate in una zona di Lecce in cui era stato tentato un assalto, erano le stesse riscontrate a Cerignola, nella zona in cui era stato portato a termine un altro colpo. Entrambi i colpi erano stati realizzati con tecniche paramilitari e fucili d'assalto Kalashnikov.